Social, disabilità e bullismo: l’importanza dell’educazione
Social, disabilità e bullismo, tre parole che purtroppo vengono intrecciate sempre più spesso. Da qui l’importanza dell’educazione al rispetto.
Qualche settimana fa, mi è capitato di vedere il servizio delle Iene di Nina Palmieri che raccontava la storia di Khadim, un ragazzo sordo e con disabilità cognitiva, che viene raggirato sui social da un’ “influencer” quasi coetanea e convinto a masturbarsi online senza rendersi conto di essere visto da milioni di persone.
Ma il vile atto da parte della ragazza non finisce qui, ma anzi, la gogna mediatica a cui viene sottoposto Khadim continua incessantemente con pesanti prese in giro.
La ragazza è galvanizzata dai numerosi followers accorsi a vedere lo “spettacolo” e si fa forte della sua “superiorità” per istigare ulteriormente le prese in giro nei confronti del povero ragazzo che purtroppo, si rende conto troppo tardi di essere stato ridicolizzato davanti a tutti.
Inutile dire che Khadim, resosi conto dell’accaduto si sente malissimo, il sentimento di umiliazione e vergogna hanno il sopravvento su di lui al punto da fargli pensare al suicidio.
Ma non finisce qui. Perché nel corso del servizio Nina va dalla ragazza per cercare un confronto con lei, per cercare di farla riflette su un comportamento così grave ma la ragazza non sembra comprendere la reale gravità del gesto, accecata completamente dalla sua voglia di apparire e raggiungere la fama ad ogni costo.
Bullismo sui social, un fenomeno in aumento
Il bullismo è un fenomeno in esponenziale crescita negli ultimi anni, che trova non di rado nei social network, nel web e negli strumenti telematici ambienti fertili dove i giovanissimi possono diventare vittime (o autori essi stessi) di atti denigratori, le cui ricadute possono avere effetti devastanti sul piano fisico e psicologico delle vittime.
Il trovarsi dietro a uno schermo infrange molto spesso le barriere sociali nelle relazioni rendendo le persone più impulsive e con un senso di legittimazione nel poter dire e fare tutto ciò che pensano, senza però pensare alle conseguenze.
Gli adolescenti sono per natura impulsivi e alla continua ricerca di accettazione da parte dei pari. L’utilizzo dei social per gli adolescenti è una finestra sul mondo dove le distanze vengono abbattute e dove si può esprimere con libertà le proprie idee, i propri pensieri, i propri valori. Un’arma potente, un’arma a doppio taglio.
Il ruolo dell’educazione è quindi essenziale.
Social e disabilità: uno strumento di inclusione sociale.
I social network sono di per sé privi di barriere. Possono essere utilizzati da chiunque e consentono di esprimere pensieri e punti di vista, permettono alle persone di creare o mantenere legami affettivi, danno la possibilità di unire persone sotto gli stessi ideali per portare avanti lotte sociali o moti di cambiamento. Se usati correttamente sono un potente strumento di inclusione sociale.
Con l’avvento dei social anche le persone con disabilità hanno potuto dire la loro, hanno potuto esprimersi hanno potuto finalmente mostrare che al di là della disabilità vi è una persona con il bisogno di creare legami affettivi, con il bisogno di comunicare e di esprimersi proprio come chiunque altro. I social hanno permesso di poter parlare di disabilità sotto una luce diversa, che fino a qualche anno fa, veniva affronta quasi esclusivamente come un’immagine di persone il cui unico bisogno era di tipo assistenziale.
La disabilità è stata sdoganata e viene finalmente approcciata con normalità e ironia.
Già, ironia, perché molto spesso l’ironia è ciò che salva le persone dalle difficoltà.
Il bullismo in rete
Ironizzare però non equivale di certo a deridere pubblicamente.
E così come i social possono essere visti come uno strumento di inclusione sociale, che fa tanto bene alle persone, in un attimo, possono trasformarsi in un’arma a doppio taglio dove i più deboli vengono messi alla mercé dei più “forti” che smaniano dalla voglia di apparire ed essere popolari.
Ed è così che sempre più adolescenti non educati all’utilizzo corretto dei social si ritrovano a farsi forti dietro ai loro schermi a discapito dei più deboli.
I soggetti più deboli sono purtroppo molto spesso ragazzi e ragazze con disabilità cognitiva, che nella loro candida ingenuità pensano solamente di potersi fare degli amici, senza riuscire a volte a comprendere con prontezza la presa in giro che può esserci dall’altra parte.
Social disabilità e bullismo: l’importanza dell’educazione. Come fare per contrastare il bullismo in rete
Come contrastare il bullismo in rete? Prima di tutto, partiamo dalla cosa più semplice ma forse più difficile: il rispetto. Educhiamo i figli sin dall’infanzia alla diversità, al rispetto di quello che non è uguale a noi, alla libertà di essere quello che si è.
Se alla base i ragazzi avranno sani principi di uguaglianza, difficilmente metteranno in atto comportamenti di bullismo.
Dall’altra parte, così come è importante educarli a non essere bulli, è importante educarli a non essere nemmeno vittime e questo vale anche per i ragazzi affetti da disabilità.
Come fare?
Innanzitutto è importante che l’adulto conosca per poter fare da guida. A tal proposito, Telefono Azzurro ha pubblicato una guida rivolta a genitori, educatori e insegnanti dal titolo “Il Nostro Post(o) nella rete” per far conoscere e orientare gli utenti nella gestione di alcune problematiche connesse all’utilizzo delle tecnologie digitali da parte dei più giovani.