Come favorire la comunicazione del bambino 0-2 anni

Come favorire la comunicazione del bambino 0-2 anni

I gesti fanno parte dello sviluppo comunicativo del bambino nella prima infanzia.

A tal proposito, per favorire la comunicazione del bambino 0-2 anni, potrebbe essere utile avvalersi di gesti codificati che si rifanno, in maniera semplificata, alla LIS ( Lingua Italiana dei Segni).

Questa comunicazione gestuale segnata permette loro di poter comunicare emozioni, desideri e bisogni prima ancora che questi sviluppino il linguaggio parlato. 

La comunicazione gestuale segnata permette loro di poter comunicare emozioni, desideri e bisogni prima ancora che questi sviluppino il linguaggio parlato.

Il programma Baby Signs

A tal proposito, in Italia è presente, come in altri 40 paesi, il programma Baby Signs® che è un programma di comunicazione gestuale segnata rivolta a neonati e bambini udenti molto piccoli (da 0 a 18-24 mesi), studiato per dar loro la possibilità di comunicare prima di aver imparato a parlare.

Il programma Baby Signs® da trent’anni è sempre più diffuso e radicato; nato negli Stati Uniti dalle prime osservazioni delle psicologhe Linda Acredolo e Susan Goodwyn sui comportamenti comunicativi spontanei di neonati e bambini molto piccoli, il programma si è sviluppato nei decenni successivi grazie a numerose attività di ricerca e approfondimento che le dottoresse hanno condotto, supportate dal National Institute of Health.

Lo sviluppo comunicativo nel bambino

Tra i 9 e i 12 mesi i bambini iniziano produrre i primi gesti, i quali hanno una natura triadica e vengono utilizzati per indirizzare l’interlocutore verso un’entità esterna e non verso il bambino stesso.

I primi gesti a presentarsi sono quelli deittici che comprendono l’indicare, il mostrare e il dare.

Essi esprimono un’intenzione comunicativa, si riferiscono ad un oggetto o ad un evento esterno, sono fortemente legati al contesto e bisogna riferirsi ad esso per interpretarli. L’ intenzione comunicativa è segnalata principalmente dall’uso dello sguardo rivolto all’interlocutore, prima, durante e dopo l’emissione del gesto.

I gesti deittici

I gesti deittici possono essere prodotti con due intenzioni comunicative:

  • richiestiva: per richiedere un oggetto desiderato, ad esempio il bambino indica il biberon quando ha sete.
  • dichiarativa: per condividere con l’interlocutore l’interesse o l’attenzione su un evento esterno, ad esempio il bambino indica un’immagine sul libro per condividerla con la mamma.

Tra i gesti deittici quello più studiato e rilevante è il gesto dell’indicare. È un gesto universale che non viene abbandonato nemmeno dopo l’acquisizione del linguaggio verbale ed è uno dei mezzi più efficaci, in assenza del linguaggio, per comunicare intenzionalmente con gli altri. Tale gesto deve essere accompagnato da altri comportamenti che segnalino la volontà comunicativa, ad esempio, lo sguardo diretto all’interlocutore e allo stimolo o la produzione di vocalizzi.

I gesti referenziali o rappresentativi

Intorno ai 12 mesi il bambino inizia a produrre i gesti referenziali o rappresentativi i quali, oltre a esprimere un’intenzione comunicativa, rappresentano anche un referente specifico (aprire e chiudere la mano per “ciao”), a differenza di quelli deittici che, invece, indicano un referente.

Vengono appresi in situazioni di routine o giochi con l’adulto e prevalentemente per imitazione, per poi essere decontestualizzati ed utilizzati più per scopi comunicativi. Essi sono predittivi del linguaggio in quanto rappresentano il simbolo e il referente così come le parole

Intorno ai 12 mesi il bambino inizia a produrre i gesti referenziali o rappresentativi

Come favorire la comunicazione del bambino attraverso la musica.

La mia esperienza all’interno degli asili nido mi porta a pensare a quanto sia in realtà comune l’utilizzo dei gesti per favorire la comunicazione dei bambini nella prima infanzia.

Basti pensare alle canzoncine mimate che ogni mamma ed educatrice di asilo nido conosce. 

ogni bambino sperimenta la comunicazione gestuale nelle canzoni mimate

Le canzoni mimate hanno una forte valenza educativa ( già nel 1837 il pedagogista Fröbel le riteneva uno strumento pedagogico utile per il legame mamma bambino) perché oltre a favorire lo sviluppo socio-emotivo e comunicativo del bambino influiscono anche sulla motricità fine, sull’attenzione congiunta e sulla memoria.

Le canzoni mimate forniscono un contributo significativo circa lo sviluppo del linguaggio orale e la sua comprensione da parte dei bambini. Infatti, grazie alle canzoni mimate, il bambino impara ad associare le parole alle azioni incrementando così  il suo vocabolario.

Favorire la comunicazione del bambino con la lingua dei segni.

E’ proprio questa naturale predisposizione del bambino alla comunicazione gestuale nei primi mesi, che fa sì che l’utilizzo di alcuni segni di LIS da parte del genitore nei confronti del proprio bimbo possa essere un fattore facilitante allo sviluppo della comunicazione.

Forme e movimenti delle mani rappresentano parole ed espressioni che permettono al bimbo di trasmettere idee e concetti in modo semplice e veloce: bisogni (pappa, latte), desideri (palla, trenino).

Quando inizia a comunicare il bambino?

L’apprendimento deve avvenire in maniera estremamente naturale all’interno degli scambi comunicativi mamma-bambino e nei momenti di gioco.

E’ estremamente funzionale nel periodo che va dagli 0 ai 2 anni e in alcuni Paesi la lingua dei segni per bambini udenti viene impiegata anche durante l’età prescolare, affinché i suoi effetti positivi sul cervello dei piccoli durino più a lungo, attraverso apposite attività, come canzoncine, filastrocche o giochi specifici.

In molti casi i bambini iniziano a produrre i primi segni intorno ai 6-7 mesi.

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